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Lavaggio e Restauro Tappeti a Mano

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Lavaggio e restauro artigianale nel pieno rispetto della tradizione

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POSIZIONE

Via Elio Donato 14
Roma

La Mesopotamia a custodia del patrimonio dei tappeti

Il tappeto orientale ha il fascino e l’impatto emotivo di un dipinto che sorprende e cattura lo sguardo, svelando una bellezza inattesa che ci trasporta nel cuore luminoso dell’Oriente, luogo di sogni e colori intensi. Avvolto da un mistero profondo, l’Oriente è stato culla di civiltà antichissime, luogo d’incontro delle grandi religioni, terra dalla storia lunga e complessa che sfugge a definizioni semplici. Gli abitanti di queste regioni, naturalmente inclini a visioni poetiche e artistiche, hanno trasformato anche le attività più semplici in manifestazioni d’arte. È proprio così che nasce il tappeto, espressione autentica e immediata dell’anima orientale, testimonianza vivente di un’infinita ricerca della bellezza.

QUELLO CHE FACCIAMO DA OLTRE 40 ANNI

Lavaggio Tappeti

Pulizia profonda e delicata per preservare colori, morbidezza e bellezza

Il lavaggio dei tappeti orientali viene svolto con attenzione artigianale, usando metodi delicati rigorosamente manuali con acqua e sapone, che eliminano lo sporco in profondità e restituiscono brillantezza, morbidezza e vivacità ai colori originali. Ogni tappeto torna così alla sua naturale bellezza.

Mesopotamia Tappeti: Un viaggio nella bellezza

Restauro Tappeti

Ridiamo vita ai tuoi Tappeti Orientali

Il restauro di un tappeto orientale non è solo tecnica, ma cura, passione e rispetto. Ogni trama ripresa a mano, ogni colore riportato a nuova vita racconta l’antica bellezza di terre lontane, preservando l’anima e il valore di un capolavoro unico e irripetibile.

  • Ricostruzione delle frange
  • Rifacimento dei bordi
  • Riparazione degli strappi
  • Annodatura per gli strappi dei buchi

Offriamo servizi veloci e affidabili
Servizi di lavaggio e restauro

Le piccole imperfezioni non sono difetti,
ma segni preziosi che raccontano una storia,
garantendo che ogni oggetto
è unico e creato rigorosamente a mano.

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Simboli e Significati nei Tappeti Persiani

Nella tradizione persiana, i motivi decorativi dei tappeti non sono mai frutto del caso. Ogni disegno, ogni figura geometrica o animale stilizzato ha un significato ben preciso, tramandato fedelmente attraverso i secoli da generazioni di tessitori. Dietro ogni nodo si cela un’intenzione, un simbolo, un messaggio silenzioso. L’arte del tappeto non è solo abilità tecnica: è narrazione, è memoria, è spirito. Attraverso i motivi intrecciati con pazienza e dedizione, prende vita un linguaggio simbolico che racconta storie di popoli antichi, speranze condivise, valori profondi.

Il tappeto orientale, dunque, va oltre il semplice ruolo di oggetto d’arredo. È un frammento di civiltà, un documento vivo che testimonia la cultura di chi lo ha realizzato. Le sue decorazioni, spesso complesse ma mai casuali, parlano di amore, fede, timori ancestrali, speranze per il futuro, attaccamento alla terra e alla famiglia, legami spirituali con la natura e con il divino. Alcuni motivi simboleggiano la protezione contro il male, altri invocano fortuna, abbondanza o longevità. Ogni elemento del disegno è frutto di una scelta consapevole, carica di significato.

A rendere ancora più affascinante questo linguaggio è la varietà di interpretazioni regionali. Ogni area geografica, ogni tribù nomade, ogni piccolo villaggio ha sviluppato uno stile proprio, dando vita a un caleidoscopio di simboli, colori e tecniche. I tessitori nomadi, ad esempio, utilizzavano soprattutto motivi geometrici, spesso tramandati a memoria, per la difficoltà di creare disegni curvilinei sui loro telai portatili. Nei laboratori cittadini, invece, l’artigianato si evolveva in direzione di una maggiore complessità floreale e figurativa, dando forma a tappeti di straordinaria ricchezza estetica e simbolica.

Il campo centrale, le cornici, le bordure, tutto nei tappeti persiani è parte di una struttura che non è solo decorativa ma anche narrativa. I motivi principali come l’albero della vita, il cipresso, il melograno, il leone, le stelle, i fiori stilizzati o le mani della preghiera ricorrono nei secoli e nelle epoche, sopravvivendo al tempo e ai confini, sempre reinterpretati ma mai dimenticati. Si tratta di simboli che attraversano il tempo, comparendo sia nei tappeti più antichi che in quelli moderni, come tracce visibili di un’eredità culturale profondissima.

Il tappeto, quindi, non è solo materia. È racconto. È identità. È il riflesso dell’anima di un popolo che ha saputo tramandare la propria visione del mondo attraverso l’arte. Ogni tappeto persiano è un ponte tra passato e presente, tra spiritualità e quotidianità, tra l’uomo e ciò che lo circonda. Per questo motivo, il tappeto persiano assume un ruolo che va ben oltre l’estetica o la funzionalità: è un mezzo di espressione universale, un codice simbolico che permette di leggere l’anima di chi lo ha creato e comprendere, anche a distanza di secoli, il mondo in cui è nato. Una voce silenziosa, ma ancora oggi viva e vibrante.

Il tappeto Persiano

Il tappeto orientale va lavato ogni 1-3 anni, in base all’uso. Il lavaggio manuale artigianale garantisce i migliori risultati. Per le riparazioni è fondamentale rivolgersi a un restauratore esperto, per non comprometterne il valore. Usare un feltro sotto i mobili pesanti e ruotare il tappeto ogni 2-3 mesi aiuta a preservarne il vello. Per apprezzarlo davvero, camminateci sopra a piedi nudi: sentirete il calore dell’Oriente.

Il tappeto di Pazyryk

Il cosiddetto Tappeto di Pazyryk è universalmente riconosciuto come il più antico tappeto annodato a mano sopravvissuto fino ai giorni nostri. La sua straordinaria antichità, unita allo stato di conservazione eccezionale, lo rende un reperto unico e di inestimabile valore storico e artistico. Prende il nome dalla vallata di Pazyryk, situata nel cuore dei monti Altaj, a circa 1650 metri sul livello del mare, in una remota regione dell’attuale Siberia meridionale, non lontano dal confine con la Mongolia.
Questo tappeto rappresenta una testimonianza concreta dell’elevata raffinatezza raggiunta dalle antiche culture nomadi dell’Asia centrale già nel V secolo a.C. Realizzato con una tecnica di annodatura sorprendentemente complessa, è decorato con motivi geometrici e figurativi che denotano una sensibilità estetica e un livello tecnico avanzatissimi per l’epoca. Le sue decorazioni includono file di cavalieri, cervi e motivi floreali stilizzati, tutti disposti in una composizione rigorosa e armoniosa.

Il ritrovamento
Le origini della scoperta risalgono al 1929, quando due studiosi russi, Sergej Rudenko e Mikhail Grianov, diedero avvio a una serie di scavi archeologici nella regione dell’Altaj, nell’area compresa tra la Russia orientale e la Mongolia. In quella zona, nota per la presenza di antichi tumuli funerari detti kurgan, appartenenti alla cultura scita, vennero portate alla luce cinque grandi tombe monumentali.

Fu però solo nel 1949, durante lo scavo del quinto tumulo, che si fece la scoperta straordinaria: all’interno della camera sepolcrale, insieme a oggetti di pregio, arredi funerari e ai resti mummificati dei cavalli appartenenti al defunto, venne ritrovato il tappeto. A renderne possibile la conservazione per oltre due millenni fu un particolare fenomeno: la camera funeraria era stata invasa dall’acqua, che, congelandosi a causa del clima estremo della zona, aveva sigillato e ibernato il contenuto, impedendo il deperimento dei materiali organici.

Immagine di User:Schreiber, Pubblico dominio. Fonte: Wikimedia Commons.

Immagine del Tappeto di Pazyryk: originariamente da Wikipedia in inglese; pagina descrittiva disponibile qui. Pubblico dominio.

tappetilavaggiorestauro.it